Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/10955/274
Title: Transmigranti e contesto urbano : l'esperienza insediativa della comunità cinese
Authors: Sivini, Giordano
Verri, Alessandra
Keywords: Immigrati cinesi - Integrazione sociale
Issue Date: 2006
Abstract: Il principale obiettivo che la tesi si prefigge è quello di verificare la possibilità di sancire, attraverso l’osservazione delle trasformazioni sociali e delle innovazioni che conseguono alle migrazioni contemporanee, il passaggio dal paradigma del migrante moderno – mosso, secondo il cliché dominante, solo ed esclusivamente dal bisogno – a quello del transmigrante – il cui movimento avviene sì entro una traiettoria segnata da condizionamenti strutturali e sviluppo ineguale, ma è determinato, oltre cha da necessità, da consapevolezza. Il transnazionalismo è la lente attraverso cui si è tentato di mettere a fuoco l’autonomia dei transmigranti, e, in un certo senso, lo strumento di cui ci si è serviti per liberarli, analiticamente, dalle costrizioni del senso comune. La novità del modello transnazionalista ci è sembrato fosse proprio il suo focus su una modalità alternativa di adattamento economico dei migranti alla società di ricezione, un metodo basato sulla intensa mobilitazione dei reticoli sociali che si estendono attraverso diverse nazioni e luoghi situati anche a grande distanza . Molti dei gruppi migranti contemporanei, infatti, è emerso, non sono né definitivamente immigrati né definitivamente votati al ritorno, e i loro spostamenti non sono necessariamente in primo luogo stato -tropici. Essi operano, semmai, una deterritorializzazione selettiva di alcuni tratti del contesto di provenienza e successivamente una riterritorializzazione creativa che porta alla costruzione di un nuovo territorio, di tipo transnational appunto. Conseguentemente, allo scopo di verificare l’ipotesi della soggettività delle transmigrazioni, si è deciso di guardare alle modalità della riterritorializzazione di due gruppi di origine cinese, rispettivamente entro il territorio fiorentino e ai confini della città di Toronto, e di considerare l’applicabilità a queste esperienze di un concetto nuovo, quello di ethnoburb. Lo spazio suburbano teorizzato da Wei Li ci è sembrato, infatti, desse coerentemente conto del modo in cui i transmigranti contemporanei tracciano nuovi spazi e residenze – e, al loro interno, nuove forme di vita e cooperazione - e della loro capacità di mobilitare risorse e creare da sé opportunità utili ad adattarsi e riprodursi entro una struttura sociale ostile. E poiché la migrazione non è un unicum coerente si è scelto, ai fini dell’analisi, un approccio multi-metodologico in cui avessero analogo peso le osservazioni personali e le impressioni raccolte attraverso le interviste semistrutturate. La comparazione, infine, si è rivelata strumento estremamente utile alla comprensione della diversa incidenza, sull’esperienza dei migranti incontrati, di struttura e agency, oltre che per la verifica dell’ipotesi secondo cui le pratiche della riterritorializzazione agite da questi migranti sarebbero evidenza del loro vissuto transnazionale e insieme della loro ‘potenza’ e soggettività. Analogie e differenze sono affiorate dal confronto delle due esperienze considerate. Dall’osservazione delle due realtà, e della molteplicità di elementi che partecipano alla loro rispettiva definizione, si potrebbe concludere che la soggettività di ciascuno dei gruppi presi in esame si manifesta e declina differentemente a confronto con condizioni strutturali diverse ma, soprattutto, che attori diversi, in grado di mobilitare risorse diverse per quantità e qualità, partecipano in maniera differente alla formazione del territorio. Contrariamente alle visioni più comuni che negano, a livello teorico, la partecipazione dei migranti alla costituzione dei territori e, a livello politico, il diritto a farlo, essi, cioè, sono in grado di imporre la propria presenza in forme che sono evidentemente la risultanza di una molteplicità di elementi e della mescolanza di passato, presente e futuro,oltre che di soggettività e autonomia. L’insieme degli elementi emersi ci ha portato, infine, a concludere che, per quanto la struttura ne influenzi, ancora oggi, lo sviluppo, le trasmigrazioni e i transmigranti sono in grado di praticare e imporre, attraverso la propria capacità relazionale e le competenze acquisite, la propria libertà, il proprio potenziale innovativo. E che, dunque, quel passaggio paradigmatico ipotizzato è compiuto, anche se è necessario che se ne diffonda una piena e matura consapevolezza.
Description: Dottorato di ricerca in Scienza, tecnologia e società, XVI ciclo. A.a. 2005-2006
URI: http://hdl.handle.net/10955/274
Appears in Collections:Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali - Tesi di Dottorato

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