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Dismessa e rioccupata, la fabbrica post-fordista nei cicli di sviluppo urbano
dc.contributor.author | Marino, Fedele | |
dc.contributor.author | Rossi, Franco | |
dc.date.accessioned | 2015-07-08T10:30:23Z | |
dc.date.available | 2015-07-08T10:30:23Z | |
dc.date.issued | 2010 | |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/10955/758 | |
dc.description | Dottorato Internazionale in Architettura ed Urbanistica QUOD - The Quality of Design, III ciclo, a.a.2010 | en_US |
dc.description.abstract | La ricerca cerca di mettere in luce il rapporto che sussiste tra il fenomeno della dismissione e le modalità proprie della trasformazione e di modificazione ciclica delle gerarchie e degli spazi urbani, facendo emergere alcuni temi (capitale sociale nella fabbrica post-fordista, rioccupazione delle aree, condivisione della trasformazione, cooperazione e partecipazione) che manifestano l'attualità di alcune problematiche relative al tema della ricerca e alle dinamiche di trasformazione della città contemporanea. Gli spazi della dismissione rappresentano contesti che, rispetto all’omologazione del territorio circostante, presentano dei tratti di riconoscibilità, caratteri di un insieme identificabile dalla permanenza della memoria storica dei luoghi e dalla presenza di qualità differenziali rispetto al loro contesto. Dunque, il progetto delle aree dismesse si muove tra la permanenza di riconoscibilità, identità e conformazione specifica, e la condizione della trasformazione, con le ragioni di modificazione e di progressione del nuovo, che in esse si manifesta come condizione particolare della perdita d'uso. Stabilita questa dialettica tra permanenza e trasformazione, è stata condotta una selezione di casi-studio, a loro volta suddivisi in diversi atteggiamenti rispetto agli interventi, da cui è emersa l'impossibilità di definire un modello univoco di progetto, ma da cui è stata evinta una sostanziale convergenza verso un progetto aperto capace di accogliere al suo interno il confronto tra la permanenza ed il cambiamento, nell'ottica di costruire nuove relazioni, identità e differenze, considerate nuclei essenziali del progetto di trasformazione nel contesto contemporaneo. Tali aree sembrano oggi sempre più finalizzate alla realizzazione di processi di sviluppo socio-economico, legati alla loro specifica dimensione ex-industriale, che fungono da vero e proprio motore di trasformazione innovativa. Questo processo di riconnessione è stato definito rioccupazione di un’area industriale dismessa e interpretato come conseguimento di obiettivi sociali, ottenuti attraverso processi di forte natura partecipativa, capaci di raggiungere l’equilibrio tra interessi privati e collettività, di garantire la qualità edilizia ed ambientale negli interventi sulle aree industriali dismesse. La fabbrica, perso il significato e connotazione stabile di luogo di trasformazioni e produzione delle merci, diventa luogo della memoria, luogo simbolo di valori, luogo di sperimentazione di nuove progettualità | en_US |
dc.description.sponsorship | Università della Calabria | en_US |
dc.language.iso | it | en_US |
dc.relation.ispartofseries | ICAR/20; | |
dc.subject | Architettura | en_US |
dc.subject | Urbanistica | en_US |
dc.title | Dismessa e rioccupata, la fabbrica post-fordista nei cicli di sviluppo urbano | en_US |
dc.type | Thesis | en_US |