Transmigranti e contesto urbano : l'esperienza insediativa della comunità cinese
Descrizione
Formato
/
Dottorato di ricerca in Scienza, tecnologia e società, XVI ciclo. A.a. 2005-2006; Il principale obiettivo che la tesi si prefigge è quello di verificare la possibilità
di sancire, attraverso l’osservazione delle trasformazioni sociali e delle
innovazioni che conseguono alle migrazioni contemporanee, il passaggio dal
paradigma del migrante moderno – mosso, secondo il cliché dominante, solo ed
esclusivamente dal bisogno – a quello del transmigrante – il cui movimento
avviene sì entro una traiettoria segnata da condizionamenti strutturali e sviluppo
ineguale, ma è determinato, oltre cha da necessità, da consapevolezza.
Il transnazionalismo è la lente attraverso cui si è tentato di mettere a fuoco
l’autonomia dei transmigranti, e, in un certo senso, lo strumento di cui ci si è
serviti per liberarli, analiticamente, dalle costrizioni del senso comune. La novità
del modello transnazionalista ci è sembrato fosse proprio il suo focus su una
modalità alternativa di adattamento economico dei migranti alla società di
ricezione, un metodo basato sulla intensa mobilitazione dei reticoli sociali che si
estendono attraverso diverse nazioni e luoghi situati anche a grande distanza .
Molti dei gruppi migranti contemporanei, infatti, è emerso, non sono né
definitivamente immigrati né definitivamente votati al ritorno, e i loro spostamenti
non sono necessariamente in primo luogo stato -tropici. Essi operano, semmai,
una deterritorializzazione selettiva di alcuni tratti del contesto di provenienza e
successivamente una riterritorializzazione creativa che porta alla costruzione di
un nuovo territorio, di tipo transnational appunto.
Conseguentemente, allo scopo di verificare l’ipotesi della soggettività delle
transmigrazioni, si è deciso di guardare alle modalità della riterritorializzazione di
due gruppi di origine cinese, rispettivamente entro il territorio fiorentino e ai confini della città di Toronto, e di considerare l’applicabilità a queste esperienze
di un concetto nuovo, quello di ethnoburb.
Lo spazio suburbano teorizzato da Wei Li ci è sembrato, infatti, desse
coerentemente conto del modo in cui i transmigranti contemporanei tracciano
nuovi spazi e residenze – e, al loro interno, nuove forme di vita e cooperazione -
e della loro capacità di mobilitare risorse e creare da sé opportunità utili ad
adattarsi e riprodursi entro una struttura sociale ostile.
E poiché la migrazione non è un unicum coerente si è scelto, ai fini
dell’analisi, un approccio multi-metodologico in cui avessero analogo peso le
osservazioni personali e le impressioni raccolte attraverso le interviste semistrutturate.
La comparazione, infine, si è rivelata strumento estremamente utile
alla comprensione della diversa incidenza, sull’esperienza dei migranti incontrati,
di struttura e agency, oltre che per la verifica dell’ipotesi secondo cui le pratiche
della riterritorializzazione agite da questi migranti sarebbero evidenza del loro
vissuto transnazionale e insieme della loro ‘potenza’ e soggettività.
Analogie e differenze sono affiorate dal confronto delle due esperienze
considerate. Dall’osservazione delle due realtà, e della molteplicità di elementi
che partecipano alla loro rispettiva definizione, si potrebbe concludere che la
soggettività di ciascuno dei gruppi presi in esame si manifesta e declina
differentemente a confronto con condizioni strutturali diverse ma, soprattutto, che
attori diversi, in grado di mobilitare risorse diverse per quantità e qualità,
partecipano in maniera differente alla formazione del territorio. Contrariamente
alle visioni più comuni che negano, a livello teorico, la partecipazione dei migranti
alla costituzione dei territori e, a livello politico, il diritto a farlo, essi, cioè, sono in
grado di imporre la propria presenza in forme che sono evidentemente la
risultanza di una molteplicità di elementi e della mescolanza di passato, presente
e futuro,oltre che di soggettività e autonomia.
L’insieme degli elementi emersi ci ha portato, infine, a concludere che, per
quanto la struttura ne influenzi, ancora oggi, lo sviluppo, le trasmigrazioni e i
transmigranti sono in grado di praticare e imporre, attraverso la propria capacità relazionale e le competenze acquisite, la propria libertà, il proprio potenziale
innovativo. E che, dunque, quel passaggio paradigmatico ipotizzato è compiuto,
anche se è necessario che se ne diffonda una piena e matura consapevolezza.; Fondo sociale europeoSoggetto
Immigrati cinesi - Integrazione sociale