Mostra i principali dati dell'item
Le trasformazioni del quotidiano : genere, lavoro di cura e tecnologie domestiche
dc.contributor.advisor | Barazzetti, Donatella | |
dc.contributor.author | Pupo, Rosaria | |
dc.date.accessioned | 2013-05-28T08:11:39Z | |
dc.date.available | 2013-05-28T08:11:39Z | |
dc.date.issued | 2007 | |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/10955/268 | |
dc.description | Dottorato di ricerca in Scienza, tecnologia e società, XV ciclo. A.a. 2006-07 | en_US |
dc.description.abstract | Oggetto di questa tesi sono le trasformazioni intervenute nella dimensione della cura e delle attività domestiche nel corso dell’ultimo cinquantennio. Le teorie della vita quotidiana problematizzate alla luce delle categorie di genere sono state lo strumento analitico per leggere, entro il più ampio processo di modernizzazione, le conseguenze che la diffusione delle tecnologie domestiche ha prodotto sul lavoro di cura e in che termini queste abbiano aperto spazi sociali ed individuali per le donne inducendo delle trasformazioni nei ruoli maschili e femminili. Nella parte empirica della ricerca ho analizzato la biografia di donne che vivono in due contesti differenti, la città di Cosenza e quella di Vaughan in Canada a partire dal fatto che queste donne condividono la caratteristica comune di essere nate e cresciute nella provincia cosentina. Tutte hanno vissuto il passaggio da una società prevalentemente rurale ad una società moderna. Le donne emigrate hanno però vissuto questo passaggio nello spazio temporale di un viaggio tra l’Italia e il Canada trovandosi immediatamente in una società altamente industrializzata e modernizzata. Quelle rimaste in Calabria hanno vissuto la grande trasformazione del Sud non come uno strappo improvviso, bensì come un attraversare un periodo, lungo circa un trentennio, in cui si sono dovute confrontare con modelli economici e sociali diversi da quelli tipici dei contesti a capitalismo avanzato. Ho così scelto due aree geografiche entro cui le risorse per l’identità femminile provenienti dal processo di modernizzazione erano differenziate. La comparazione si colloca su un duplice piano d’analisi: quello orizzontale fra generazioni cresciute in ambienti sociali differenti e quella verticale fra generazioni successive. Dalle narrazioni raccolte emerge come sia nella biografia delle donne più anziane che nel passaggio intergenerazionale si arriva sia in Canada che in Calabria ad un’identità femminile più consapevole dei propri diritti ed attivamente impegnata nel difenderli. I percorsi di emancipazione differiscono da un punto di vista squisitamente qualitativo quale esito delle forme di interazione che si stabiliscono fra le intervistate e gli assetti istituzionali su cui si fondano i due contesti. Nel caso canadese l’emancipazione femminile tende a proporsi come esito di un processo di adattamento ad un sistema in cui le risorse modernizzanti abbondano ed esigono una rottura col modello tradizionale. La nuova identità femminile che emerge nel contatto con il nuovo contesto è allora figlia della frattura connessa alla decisione di emigrare e dell’obbedienza ai canoni di sviluppo della società industriale. Diversamente nel caso calabrese i condizionamenti di contesto, forse per la contraddittorietà con cui si manifestano rispetto al modello classico di sviluppo economico, lasciano uno spazio all’emergere di trasformazioni che si riflettono soprattutto nella soggettività e nella sfera del privato, differenziandosi qualitativamente dalle trasformazioni dell’identità economica e sociale. Da una parte il passaggio è mediato dal regime della “doppia presenza” che si impone prima come obbligo e poi come scelta, dall’altra parte lapreponderanza del modello della casalinghità prepara le condizioni perché le donne più giovani, arrivino ad affermare un’identità capace di scegliere, di autonomizzarsi, di affermarsi in quanto individuo. La categoria della “doppia presenza” pienamente applicabile al caso canadese lo è meno nell’interpretare la modernizzazione della Calabria. Nel primo caso essa diventa presto “tradizione” cui si socializzano le nuove generazioni, nel secondo caso resta come punto d’arrivo cui in tante aspirano. Nell’un caso e nell’altro le tecnologie domestiche si pongono come funzionali ad un più generale modello di sviluppo. Nel caso calabrese, la diffusione delle tecnologie domestiche si è prodotta gradualmente, rappresentando più che un progetto coerente e complessivo di organizzazione del lavoro domestico, un segno di possibilità di accesso al consumo e di acquisizione di status. Nel caso canadese, la dotazione tecnologica domestica è invece già immediatamente disponibile e rientra nelle logiche di razionalità organizzativa che governano quel sistema già dagli anni ’50. Liberano tempo e diminuiscono la fatica fisica ma non incrementano il tempo libero fruibile dalle donne. Nel caso canadese consentono alle donne di poter, razionalizzando e velocizzando il lavoro domestico, essere libere e disponibili verso il mercato del lavoro. Nel caso calabrese supportano una generazione di mamme che assumendo su di sé l’intero carico del lavoro di cura, libera la generazione successiva dalle incombenze che avevano gravato su quelle precedenti e così creando le condizioni, grazie soprattutto all’accesso all’istruzione delle più giovani, per l’avvio di un percorso di emancipazione. Il lavoro di cura si trasforma, non è più così preponderante il peso della fatica fisica, non è più un lavoro ripetitivo di gesti e modelli tramandati, non è più un lavoro teso a conservare. Soprattutto per le generazioni più giovani la fatica diventa stress, la ripetitività diventa capacità organizzativa, la conservazione diventa capacità di innovazione.The topic of this dissertation is the changes occurred in the last fifty years in the care and domestic activities. The dissertation applies the daily life theories in conjunction with the gender categories. Both have helped in reading the impact that the wide spread of domestic technologies – within the larger process of modernisation - had on care and how this impact has opened new social and individual spaces inducing the transformation on male and female roles. The empirical part of the research analyses the biographies of women who live in two different contexts: Cosenza in Italy and Vaughan in Canada. The two groups of women share the fact that all of them were born and bred in the provincial area of Cosenza. All of them have gone through the passage from a prevalent rural society to a modern society. The expatriate women have gone through this passage in the time of their physical journey from Italy to Canada founding themselves immediately in a society highly industrialised and modernised. Those who have staid in Calabria have gone through the great transformation of Southern Italy not as a suddenly change but as going through a long period, almost thirty years, during which they have to face various social and economical models all of which different from those of context of advanced capitalism. I have then chosen two geographical areas where the resources for the female identity as from a process of modernisation were differentiated. The comparative work is positioned on a double analytical level: the horizontal one compares the same generations but that have grown in different social contexts. The vertical one compares the next generations. From the narratives it emerges that in both the biographies of the elderly women as well as in the progression of generations, in Canada as well as in Calabria, the end result is a female identity more aware of rights and actively engaged in defending them The emancipating pathways are differentiated from a unique qualitative point of view as the result of forms of interaction established between the women interviewed and the institutional frameworks on which the two contexts are based. In the Canadian case the women emancipation appears to be as the result of an adaptive process to a system where the modernising resources are in abundance and require a break from the traditional model. The new female identity that emerges from the inclusion in the new context is then the result of the break related to the decision to migrate and to acceptance of the developmental processes of the industrial society. On the contrary, in the case of the Calabria women the pressures from the context, perhaps because such pressures have a contradictory nature in relation to the classical model of economic development, leave space for the emerging of changes that reflect more the subjectivity and the private sphere, thus showing qualitative differentiation from the change of the economic and social identity. On one hand the passage is mediated by the“double presence” regime that is affirmed as an obligation and then a choice, on the other hand the prevalent presence of the housewife model prepares the conditions for the younger women to assert an identity for which they can choose to be independent, to be an individual. The concept of the “double presence” is fully applicable to the Canadian context, less so to understand the modernisation process in Calabria. In the former it becomes soon “tradition” to which the new generations are socialised, in the latter it is the result of many aspirations. In both cases the domestic technologies are functional to a more general model of development. In the case of Calabrian society, the wide spread of domestic technologies is a gradual process, being more a sign of access to consumerism and acquisition of status and less a sign of a coherent and complete process of organisation of the housework. In the case of Canadian society, the domestic technology is, instead, immediately available and can be understood within the logic of organisational rationality that is predominant in that context since the 50s. They free time and reduce the physical effort but do not create spare time available to women. In the Canadian case they allow women to make housework more rational and fast, thus to be free and available toward the labour market. In the Calabrian case they aid a generation of mothers who takes on themselves all the care and in doing do makes free the next generation of women from the house work. This allows the creation of such conditions that, particularly through the access to education of the younger generation, promote emancipation. Care is thus transformed, it is no longer prevalent the physical effort, it is not a repetitive work made up of gestures and models transmitted, it is no longer a work whose function is to conserve. Particularly for the youngest generations the effort becomes stress, routines become organisationalability, conservation become ability to innovate. | en_US |
dc.description.sponsorship | Fondo sociale europeo | en_US |
dc.language.iso | it | en_US |
dc.subject | Donna - Posizione sociale | en_US |
dc.subject | Lavoro di cura | en_US |
dc.title | Le trasformazioni del quotidiano : genere, lavoro di cura e tecnologie domestiche | en_US |
dc.type | Thesis | en_US |