Cardiac plasticity in fish: the influence of humoral and environmental factors
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Filice, Mariacristina
Cerra, Maria Carmela
Imbrogno, Sandra
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Ph.D. Course in Life Sciences. Cycle XXX; Il rimodellamento cardiaco è un fenomeno complesso che permette un’adeguata
attività d’organo in risposta a cambiamenti fisiologici e patologici e coinvolge
modificazioni a livello tissutale, cellulare e molecolare, secondo meccanismi ancora
poco noti. Il cuore dei vertebrati mostra una notevole capacità di adattarsi
funzionalmente alle richieste emodinamiche dell’organismo. Questa plasticità è
esemplificata dalla modulazione “beat-to-beat” della contrattilità in risposta a
cambiamenti del carico pressorio e volumetrico (risposta di Starling) e dal
riarrangiamento morfo-funzionale adattativo. I maggiori determinanti della risposta
plastica del cuore sono gli stimoli fisici come lo stress meccanico e lo stiramento dei
miociti, o chimici, come ad esempio quelli esercitati da cardiomodulatori, inclusi i
Peptidi Natriuretici (NPs), l’endotelina-1 (ET-1), l’Ossido Nitrico (NO) e
l’Angiotensina II (AngII). Queste molecole attivano specifici circuiti
endocrini/paracrini/autocrini responsabili del controllo omeostatico della funzione e
della crescita cardiaca. Nei mammiferi, il cuore adulto è considerato un organo
terminalmente differenziato nel quale la crescita e il rimodellamento avvengono per
ipertrofia. Questo paradigma è stato recentemente confutato da evidenze che
mostrano come, durante la normale crescita cardiaca, i miocardiociti adulti
proliferano e muoiono. L’identificazione di stimoli e meccanismi che, attivando
programmi genetici e/o metabolici silenti, possano permettere ai cardiomiociti di
mammifero adulto di proliferare, è al momento tra gli scopi più importanti della
ricerca cardiovascolare moderna. A tal riguardo un possibile approccio è quello di
identificare esempi di plasticità cardiaca fra i vertebrati.
Negli ultimi anni il cuore dei pesci ha rappresentato un importante strumento di
ricerca per analizzare aspetti molecolari, cellulari e tissutali della plasticità cardiaca.
Nei pesci, il cuore adulto conserva la capacità di crescita iperplastica in risposta a
cambiamenti delle condizioni ambientali, all’esercizio fisico e alla maturità sessuale.
Esempio estremo di questa plasticità è rappresentato dalla completa rigenerazione
del cuore di zebrafish in seguito a rimozione chirurgica di una porzione del
ventricolo. In una prospettiva traslazionale, i risultati di studi effettuati nei pesci
potrebbero rappresentare uno strumento importante per decifrare i determinanti e i
meccanismi coinvolti nel rimodellamento morfo-funzionale del cuore dei mammiferi. Partendo da queste premesse, questo progetto di tesi ha voluto valutare se e in che
misura, fattori umorali e ambientali influenzano la plasticità cardiaca dei pesci.
In particolare, in questa tesi di dottorato sono riportati e discussi i risultati ottenuti
da studi relativi al controllo umorale del rimodellamento morfo-funzionale cardiaco
mediato dall’esposizione cronica all’AngII nel cuore dell’anguilla europea Anguilla
anguilla e dello zebrafish Danio rerio, e i meccanismi fisiologici e molecolari attivati
nel cuore della carpa, Carassius carassius, in risposta all’ipossia.
L’AngII, il prodotto bioattivo del Sistema Renina Angiotensina (RAS) è un potente
ormone le cui azioni biologiche sono state ampiamente studiate nei mammiferi. A
livello cardiaco, legandosi a recettori di tipo AT1 e AT2, l’AngII influenza
positivamente la contrattilità miocardica e regola la crescita miocitaria. Un RAS
omologo a quello dei mammiferi è presente anche nei pesci. In particolare, nei
teleostei, l’AngII può indurre modificazioni cardiache a breve (modulazione della
contrattilità) e lungo termine (rimodellamento morfo-funzionale). Nel 2013,
Imbrogno e collaboratori hanno dimostrato che il cuore di anguille esposte per 4
settimane ad iniezioni intraperitoneali di AngII mostrava una migliore capacità di
rispondere ad incrementi di post-carico. Quest’effetto era mediato dall’attivazione
dei recettori AT2 e accompagnato da una differente espressione e localizzazione di
proteine coinvolte nella regolazione della crescita e dell’apoptosi. Partendo da queste
premesse, questo studio ha voluto meglio investigare le modificazioni strutturali e
molecolari attivate nel cuore di anguille esposte per 8 settimane ad iniezioni
intraperitoneali di AngII. Analisi morfologiche hanno evidenziato che i cuori di
animali trattati mostravano un incremento della muscolarità ventricolare associato
ad un aumento dello spessore del compatto e ad una riduzione degli spazi lacunari
nello spugnoso. Queste modificazioni erano accompagnate da un’incrementata
vascolarizzazione del compatto. Analisi di western blotting e immunofluorescenza
hanno evidenziato un’aumentata espressione del recettore AT2 nei cuori di animali
trattati, associata ad una diversa localizzazione: nei controlli AT2 localizza
principalmente a livello miocitario mentre in seguito a trattamento, un segnale
fluorescente si osserva a livello dell’endotelio endocardico. In relazione al ruolo
cruciale svolto dallo NO nei meccanismi di regolazione del rimodellamento cardiaco
nei pesci, lo studio ha voluto anche analizzare il cross-talk tra AngII e il sistema NO
Sintasi (NOS)/NO. In condizioni basali, lo NO prodotto dalla NOS viene immediatamente metabolizzato a nitriti o nitrati. Per questa ragione, il dosaggio dei
nitriti può essere utilizzato per misurare i livelli di NO prodotti dalla NOS e di
conseguenza la funzionalità stessa dell’enzima. Il dosaggio dei nitriti, effettuato su
omogenati di cuori di animali trattati con AngII ha evidenziato una riduzione
significativa della concentrazione di nitriti rispetto ai controlli, indice di una ridotta
attività della NOS. Analisi di western blotting non hanno evidenziato variazioni
significative nei livelli di espressione della forma fosforilata (e quindi attiva) della
NOS. Tuttavia, il trattamento ha influenzato la localizzazione dell’enzima fosforilato.
Infatti, mentre nei controlli peNOS localizza sia nei miociti che a livello dell’endotelio
endocardico (EE), nei trattati si osserva una maggiore localizzazione a livello
miocitario e solo un debole segnale a livello endocardico. Questo dato è
accompagnato da una maggiore espressione, a livello dell’EE, di NOSTRIN, un
modulatore negativo della NOS, responsabile della traslocazione dell’enzima dalla
membrana plasmatica all’interno di vescicole citoplasmatiche. Analisi di western
blotting hanno anche evidenziato una riduzione nei livelli di espressione della
chinasi Akt e dello chaperone HSP90, due tra i principali modulatori positivi della
NOS. Nel complesso questi risultati dimostrano che il cuore di anguilla cronicamente
esposto all’azione dell’AngII va incontro ad un riarrangiamento strutturale e ad una
modulazione dei livelli di NO e delle proteine che regolano l’attività della NOS.
Gli effetti cronici dell’AngII sono stati investigati anche nello zebrafish. Sebbene
questo studio è ancora in corso, i primi risultati sperimentali dimostrano che anche il
cuore di zebrafish va incontro ad un rimodellamento strutturale se esposto per 8
settimane all’azione dell’AngII. In particolare, i cuori trattati con AngII mostrano un
incremento del compatto e una riduzione degli spazi lacunari, indicativi di un
aumento della muscolarità ventricolare. Questo è associato ad un aumento del
collagene e ad un significativo aumento del peso del cuore e dell’indice
cardiosomatico (rapporto in percentuale tra il peso del cuore e il peso dell’animale).
Analisi di western blotting hanno evidenziato inoltre un’aumentata espressione di
entrambi i recettori AT1 e AT2 in omogenati cardiaci di animali trattati con AngII.
La seconda parte della tesi ha analizzato i meccanismi fisiologici e molecolari attivati
nella carpa in risposta all’ipossia.
A differenza dei mammiferi, alcune specie di pesci, come ad esempio i ciprinidi,
mostrano una notevole capacità di sopravvivere e restare attivi anche per lungo tempo se esposti a condizioni di ipossia o anossia. Questa capacità è legata alla loro
abilità di mantenere o aumentare la performance cardiaca in risposta ad una
riduzione di ossigeno ambientale, favorendo così gli scambi tra i tessuti. Inoltre,
questi pesci sono in grado di convertire il lattato (prodotto ultimo della glicolisi) in
etanolo, che è poi eliminato attraverso le branchie. Una caratteristica dei pesci è la
loro capacità di captare, attraverso le branchie, nitriti e nitrati dall’acqua in cui si
trovano; in condizioni di ipossia, quando l’attività della NOS è compromessa, i nitriti
possono rappresentare un’importante fonte di NO che, a sua volta, interviene nei
processi di citoprotezione. Sulla base di queste osservazioni, in collaborazione con il
Prof. Jensen (Università di Odense) e la Prof.ssa Fago (Università di Aarhus), è stato
avviato uno studio volto a valutare il ruolo dei nitrati e della mioglobina come fonti
alternative di nitriti, e quindi di NO, nella carpa esposta per un giorno ad ipossia
profonda (1<PO2<3 mmHg). Omogenati cardiaci e di muscolo rosso e bianco hanno
evidenziato un aumento di nitriti e di altri metaboliti dello NO, quali Fe-nitrosile
(FeNO) S-nitroso (SNO) e N-nitroso (NNO), sia nel cuore che nel muscolo rosso di
carpe esposte ad ipossia. Questo incremento non era correlato a differenze nelle
concentrazioni di mioglobina. Il dosaggio dell’attività nitrato reduttasica tissutale in
omogenati di cuore, muscolo bianco e fegato, ha inoltre evidenziato che in condizioni
di ipossia profonda, il muscolo e il fegato sono in grado di convertire il nitrato
esterno in nitrito. Questa attività non è stata riscontrata nel cuore, dove risulta invece
evidente una riduzione nelle concentrazioni di nitriti in risposta all’ipossia. Questi
risultati supportano il ruolo dei nitriti come fonte alternativa per la generazione di
NO durante l’ipossia; questo risulta maggiormente evidente in tessuti ricchi in
mioglobina e mitocondri come il cuore, dove la conversione di nitriti a NO potrebbe
rappresentare un importante meccanismo di cardioprotezione. Inoltre, in condizioni
ipossiche, l’attività nitrato reduttasica riscontrata nel muscolo e nel fegato degli
animali esposti ad ipossia potrebbe essa stessa supplementare le riserve intracellulari
di nitriti contribuendo alla citoprotezione.
In conclusione, i risultati riportati in questa tesi suggeriscono che se esposto a
influenze umorali o ambientali il cuore dei pesci va incontro ad un significativo
rimodellamento molecolare, strutturale e fisiologico. Sebbene molto resti ancora da
chiarire sui meccanismi molecolari attivati, questi risultati indicano chiaramente un
ruolo chiave svolto dal sistema NOS/NO come principale coordinatore/integratore di cascate molecolari che controllano le risposte cardiache adattative nei pesci.
Ricerche future contribuiranno a meglio decifrare i complessi networks molecolari
coinvolti nella plasticità cardiaca di questi vertebrati. In questo contesto, la scelta di
modelli sperimentali appropriati, caratterizzati da una marcata adattabilità morfofunzionale
ad una varietà di stimoli ambientali (temperatura, pH, pressione parziale
di ossigeno, etc.) potrà essere di grande aiuto.; University of CalabriaSoggetto
Fishes; Cardiovascular system; Fishes; Physiology
Relazione
BIO/09;