Impianto pilota per estrazione automatica di fibra di ginestra
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Creato da
Greco, Pasquale Francesco
Danieli, Guido
Pagnotta, Leonardo
Chidichimo, Giuseppe
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Dottorato di Ricerca in Igegneria Meccanica, Ciclo XXVII, a.a. 2015-2016; La tesi di dottorato che è stata illustrata si colloca nell’ambito dell’ingegneria
meccanica e più specificatamente nell’area di robotica e automazione. Lo scopo
della tesi è stata la progettazione e realizzazione di un impianto automatizzato per
l’estrazione di fibre dalla pianta di ginestra. L’impianto, attualmente allocato nel
capannone dell’ex-Dipartimento di Difesa del Suolo Vincenzo Marone dell’Università
della Calabria (località S. Antonello di Settimo di Montalto), consente di estrarre
fibra di ginestra in maniera efficace. Come si è detto nei capitoli precedenti, le fibre
di ginestra possiedono ottime proprietà fisico-chimiche e si prestano a molteplici
applicazioni. Inoltre, si noti come in questi ultimi anni ci sia un interesse crescente
nella ricerca di materiali di derivazione naturale e a basso impatto ambientale. I
settori di utilizzo di questa fibra spaziano dal settore tessile alla bio-edilizia, dalla
cosmetica alla medicina, ma anche nel settore automotive, nella depurazione dai
metalli pesanti e in molte altre applicazioni industriali.
Attualmente l’estrazione di fibre vegetali attraverso trattamenti di tipo chimicofisico o microbiologico è quasi esclusivamente affidato a lavorazioni manuali, ciò rende
questa attività costosa e rischiosa per il lavoratore, che molto spesso entra in contatto
con sostanze pericolose per la salute. Scopo dell’impianto realizzato è quello di
estrarre fibra di ginestra in maniera automatizzata, per ridurre al minimo l’utilizzo di
personale, e sopratutto annullare il contatto con sostanze potenzialmente nocive. Per
progettare l’impianto, si è partiti dall’analisi della possibile sequenza di operazioni
necessarie per estrarre le fibre di cellulosa e le ramificazioni esterne (vermene), che
potrebbero essere utilizzate come isolante termico.
Si sono divise le diverse operazioni, necessarie per la produzione della fibra, in
sei stazioni di lavorazione fisicamente separate. Tutte le scelte effettuate evitano
l’utilizzo di materiale monouso. Per questo motivo, quasi tutti i componenti sosono
in acciaio inossidabile, anche per la presenza di sostanze corrosive nel ciclo. Per
trasferire le piante da una stazione di lavoro all’altra sono state impiegate delle barre,
appositamente progettate per velocizzare le operazioni di aggancio-sgancio delle
ginestre. In più per ridurre al minimo il costo del lavoro, soltanto nella prima stazione
sarà necessario l’intervento di un operatore, mentre tutte le rimanenti saranno
automatizzate. Inoltre le sei stazioni sono state posizionate in una linea di montaggio a circuito chiuso, che parte dalla stazione di carico e termina con la stazione di
separazione delle piante dalle barre, per riavviare il ciclo immediatamente dopo.
La prima stazione è quella adibita al carico delle ginestre sulle barre. Questa è
l’unica stazione controllata direttamente dall’operatore, che provvederà ad agganciare
le ginestre sulle barre di acciaio inossidabile. Nella seconda stazione le barre porta
ginestre vengono calate nella vasca di macerazione, contenente una soluzione al 5% di
idrato sodico e tenuta alla temperatura di 80 °C. Le barre, quindi, vengono spostate
da un’estremità all’altra della vasca e qui le ginestre macerano per un tempo di circa
20 minuti, arrivando così alla terza stazione. Terminata la fase di macerazione, sarà
possibile prelevare la barra porta ginestre dalla vasca ed effettuare una prima spremitura
delle ginestre. Si arriva alla quarta stazione che si occupa del lavaggio delle
ginestre dalla soluzione di idrato sodico, che viene recuperata, filtrata e reimmessa
nella vasca di macerazione. Dopo questa fase si arriva alla quinta stazione, dedicata
al distacco delle fibre dalle piante di ginestra, utilizzando getti d’acqua in pressione
e spazzole appositamente realizzate. In fine, nella sesta stazione, vengono liberate
le piante prive di fibre dalle barre porta ginestre. La barra, oramai libera, verrà
impegnata nuovamente nella prima stazione per avviare un nuovo ciclo di carico. Durante la progettazione e la costruzione dell’impianto di tesi, è stato redatto e
approvato un brevetto [8], mentre un terzo brevetto, sulle spazzole di estrazione, è
in fase di stesura.
Nel prossimo futuro verranno ottimizzati i vari processi automatici dell’impianto
agendo sul software di controllo e anche su alcuni meccanismi già realizzati, qualora
fosse necessario. Ad esempio si potrebbero ridurre il numero di stazioni, unendo
la quarta stazione con la quinta per effettuare lavaggio delle ginestre ed estrazione
delle fibre in un unico passaggio. Oppure si potrebbero combinare la prima stazione
con la sesta stazione per rendere più efficiente la procedura di carico e scarico delle
barre porta ginestre. Tutto questo nell’ottica di poter continuamente migliorare
l’impianto proposto in questa tesi e renderlo sempre più efficace ed efficiente. Inoltre
non è esclusa la possibilità di utilizzare l’impianto anche per l’estrazione di fibra da
piante quali canapa, lino, ecc.
Terminata l’ottimizzazione dell’impianto pilota si cercherà di realizzare altri impianti
in ginestreti già esistenti per effettuare estrazione di fibra in filiera corta e
rendere remunerativi terreni altrimenti poco appetibili economicamente.; Università della CalabriaSoggetto
Meccanica applicata alle macchine; Automazione; Fibre di ginestra
Relazione
ING/IND-13;