Bio-medicinal applications of coordination compounds: a photophysical point of view
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Ricciardi, Loredana
Russo, Nino
La Deda, Massimo
Bartolino, Roberto
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Dottorato di Ricerca in Science and Technique Inorganic Chemistry Methods, Bernardino Telesio, Cycle XXV, a.a. 2011-2012; Il presente lavoro di ricerca, svolto presso il Laboratorio di Chimica Inorganica e di
Coordinazione (LaCIC) dell'Università della Calabria, sotto la supervisione del
Dott. Massimo La Deda, e in parte nel Laboratoire de Physico-Chimie des
Matériaux Luminescents (Université Claude Bernard, Lyon, France), si colloca
all'interfaccia tra la Biomedicina, la Chimica di Coordinazione e la Fotochimica,
alla ricerca di un comune denominatore.
L'obiettivo del nostro lavoro è stato quello di sviluppare una metodologia ed un set-up
sperimentale per collegare l'esperienza del LaCIC nella sintesi organometallica,
con le applicazioni di composti di coordinazione in campo biomedico.
Abbiamo scelto tre aree di ricerca in grado di mettere in evidenza la relazione tra
"composti di coordinazione", "luce" e "biomedicina": l'applicazione di complessi
metallici incapsulati in polimeri o in nanoparticelle di oro e silice per la
generazione di ossigeno di singoletto nella Terapia Fotodinamica (Capitoli 3 e 4),
l'utilizzo dei processi a trasferimento di energia che coinvolgono i composti di
coordinazione per lo studio delle interazioni farmaco-proteina (applicazioni di
“sensing”, capitolo 2), l'utilizzo della luminescenza di nanoparticelle contenenti
complessi di metalli di transizione nell’imaging cellulare.
Le proprietà uniche dei composti metallici, soprattutto la rilevante fotochimica e
fotofisica dei composti di metalli di transizione, li rendono idonei per applicazioni
in fotomedicina.
Capitolo 2 - Applicazione di “sensing” dei composti di coordinazione: interazione
farmaco-proteina. Un nuovo complesso di zinco, recentemente sintetizzato presso
il LaCIC, ha evidenziato un’interessante attività antiproliferativa in vitro nei
confronti di alcune linee cellulari tumorali. Tuttavia, i test in vitro rappresentano
solo il primo step per l’applicazione di questo complesso come farmaco
antineoplastico; una fase successiva richiede uno studio della sua biodistribuzione,
dunque la sua interazione con biomolecole quali l’ Albumina sierica umana, la
proteina più abbondante presente nel torrente circolatorio, la quale aumenta la
solubilità di farmaci idrofobici nel plasma e ne modula il rilascio a livello
cellulare. Grazie alla fluorescenza della proteina, è stato possibile studiarne il fenomeno di
quenching della luminescenza, correlandolo all’interazione di legame con il
complesso metallico. Inoltre, la "struttura speciale" del composto di coordinazione,
la sua luminescenza intrinseca, ha reso possibile lo studio dell’interazione di
legame da un’altra prospettiva, giungendo ad una interessante conclusione, che
evidenzia l'aspetto multifattoriale del complesso: terapeutico e sensoristico.
Capitolo 3 - Processi attivati dalla luce in composti di coordinazione:
fotogenerazione di ossigeno di singoletto. La Terapia Fotodinamica (PDT) fa
riferimento all’applicazione di luce al fine di ottenere un effetto terapeutico, in
particolare fa riferimento alla capacità di fotogenerare 1O2, una specie altamente
reattiva (il “vero” agente terapeutico) da una molecola cosiddetta
“fotosensibilizzante”. Tra gli effetti terapeutici dell’ 1O2 si pongono in evidenza la
terapia antimicrobica e, soprattutto, la terapia antitumorale: in entrambe è
preferibilmente richiesto l’utilizzo di fotosensibilizzanti solubili in acqua.
I Complessi di Metalli di Transizione (TMC), grazie alle loro “speciali” proprietà
fotofisiche, sono fotosensibilizzanti eccellenti, ma per la maggior parte
scarsamente idrofilici. Per rendere TMC solubili in acqua si può procedere per
esempio inserendoli in un polimero biocompatibile, senza che gli stessi perdino la
loro capacità di generare ossigeno di singoletto. Seguendo questo criterio, è stato
sintetizzato e caratterizzato il primo esempio di un polimero solubile in acqua
legante un complesso di Pt(II) in grado di generare ossigeno di singoletto.
Capitolo 4 - Il paradigma “theranostic”: complessi di metalli di transizione e
nanoparticelle. Un’altra alternativa per ottenere un fotosensibilizzante solubile in
acqua con le “speciali” proprietà dei TMC è di incapsularlo all’interno di
nanoparticelle (NPs), le quali stanno sempre più acquisendo una crescente
importanza in ambito medico, grazie alla capacità di agire da sistema di rilascio e
alla loro bassa tossicità.
Su questa base, sono state sintetizzate e caratterizzate un certo numero di NPs aventi
un “core” d’oro e una “shell” di silice con intrappolati nella matrice complessi di Ir
(III) e Ru (II), aventi la capacità di generare ossigeno di singoletto. Come prova
preliminare, un campione di NPs contenenti un complesso di Ru (II), è stato
caratterizzato in vitro per valutarne la citotossicità in diverse linee di cellule
tumorali, con risultati promettenti.
Inoltre, le "speciali" proprietà fotofisiche dei TMC consentono una disattivazione non
radiativa degli stati eccitati (fenomeno necessario per la generazione di 1O2
mediante un processo a trasferimento di energia) senza perdere la luminescenza. In
virtù di questo, è stato possibile localizzare le NPs fotosensibilizzanti all'interno
della cellula mediante microscopia a fluorescenza, rendendo le NPs sintetizzate un
nuovo materiale per “theranostic purposes”.; University of CalabriaSoggetto
Chimica; Chimica inorganica; Raggi UV
Relazione
CHIM/03;